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I servizi ridondati e il rischio ambientale

Per comprendere l’importanza di un servizio di data center realmente ridondato è utile introdurre un rapporto realizzato da Ponemon Institute per Emerson Network Power ha censito le cause dei danni provocati a 63 data center americani nel 2015.

In pillole, il costo derivante dai danni è cresciuto del 38% in cinque anni e, sebbene le cause principali siano l’interruzione di corrente, il cybercrime o l’errore umano, c’è anche un’altra motivazione da non sottovalutare.

Se, infatti, come detto, lo stop di un data center è dovuto per il 22% a un errore umano e, ancora per il 22%, ad attacchi dei pirati informatici, c’è un 10% che deriva da particolari eventi atmosferici.

I dati della ricerca di Emerson Network Power non coprono l’Europa, un’area decisamente più piccola di quella statunitense ma non per questo meno densa di data center e, proprio a causa della sua dimensione e morfologia, con un rischio meteorologico relativo più alto in rapporto alla densità delle aziende.

Fare ridondanza in Italia: facile ma non troppo

Per quanto riguarda il nostro paese, i dati contenuti nel rapporto sul Dissesto Idrogeologico dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) dovrebbero far riflettere. Citando il rapporto: “l’Italia è uno dei paesi europei maggiormente interessati da fenomeni franosi” ma, in verità, i fenomeni fortunatamente coprono solo il 7,3% del territorio nazionale.

Dunque basta fare attenzione ai puntini rossi sulla cartina dell’Italia ed evitarli. Per quanto riguarda le alluvioni, invece, in Italia le aree a pericolosità elevata – intesa con un tempo di ritorno tra i 20 e i 50 anni – sono il 4% del totale.

Sintetizzando notevolmente il rapporto dell’ISPRA si può affermare che sono sette le regioni con un alto rischio idrogeologico: Valle d’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Molise e Basilicata.

Ciò significa che, sfatando il luogo comune per cui il luogo fisico in cui risiedono o transitano i dati aziendali non sia rilevante, capire esattamente in che zone geografiche si muovo gli stessi può avere la sua importanza.

Il concetto di ridondanza di una rete aziendale è ormai talmente assodato da essere implicito nell’offerta di qualsiasi service provider aziendale, mentre non è assolutamente ovvio il dove la ridondanza venga effettuata.

Ovvero, se la ridondanza – in soldoni la possibilità di replicare a intervalli definiti i dati aziendali – avviene all’interno di uno stesso data center ci si può (forse) tutelare da un attacco, un errore umano o un danno a una particolare struttura hardware ma non, per esempio, da un danno meteorologico.

Se poi, come è vero, i data center moderni sono progettati per resistere anche a particolari eventi atmosferici, non si può affermare lo stesso per quanto riguarda le strade in cui si sviluppano le dorsali.

Così, se la ridondanza è progettata sulla stessa dorsale non c’è speranza di salvarsi. E, anche se le interruzioni di servizio alle dorsali italiane sono statisticamente molto poco frequenti, bisogna ricordare che ne basta uno per compromettere i dati, e quindi il business, di una azienda.

Diventa importante quindi, nella scelta del fornitore di servizi di data center, considerarne attentamente l’offerta. Non solo la ridondanza deve essere prevista su data center posti effettivamente in luoghi diversi, ma che si sviluppi su dorsali differenti.

A questo proposito, IT.Net è uno dei pochi Isp italiani che può garantire non solo una ridondanza su data center posti in luoghi fisicamente diversi, ma anche un accesso diretto a due dorsali differenti, quella Telecom a Milano e quella Wind a Roma.

Inoltre, il cosiddetto peering con altri operatori, è garantito dalla partecipazione di ITnet – in qualità di socio fondatore e membro del Consiglio di Amministrazione – al Milan Internet eXchange (MIX), il più importante punto di interconnessione neutrale tra ISP in Italia.

A questo livello di garanzia, IT.Net – uno degli Isp storici in Italia – aggiunge l’attività dei suoi centri di controllo, i TOC, garantendo il monitoraggio dell’intera infrastruttura e delle piattaforme IT ospitate nei data center, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, assicurando il tempestivo alerting del team tecnico interno per le idonee attività di recovery.

Una geografia di servizi strutturata in questo modo, assicura ulteriormente un’azienda da diversi tipi di eventi, compresi quelli atmosferici.