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Gianni Signa: ITnet ancora di più al servizio delle imprese

In ruolo di comando in ITnet dal giorno della sua fondazione, Gianni Signa ha osservato centinaia di piccole, medie e grandi aziende italiane lavorare per traghettare la loro infrastruttura IT verso il concetto di servizio. Oggi, dopo 22 anni, spiega perché il valore aggiunto di un service provider non è più nell’hardware e nella connettività.

22 anni fa ITnet si definiva “primo internet service provider italiano al servizio delle imprese”: cosa salva oggi di quella definizione?
Nel 1994 una definizione così per un’azienda era decisamente innovativa. Gli internet provider italiani si contavano sulla punta delle dita di una mano, ancora meno quelli “al servizio delle imprese” poiché la priorità era connettere le persone a casa. In 22 anni n’è passata di acqua sotto i ponti, o di dati sulle dorsali, ma credo che due peculiarità siano ancora più attuali: Service Provider per le imprese e Italiano.

Perché?
Oggi la scelta di fornitori di accesso a internet, di data center e di cloud è immensa; comodamente dalla sua scrivania, il responsabile dei sistemi informativi di una azienda può scegliere il fornitore di connettività e lo spazio di archiviazione per i dati aziendali, senza neanche preoccuparsi di dove risiederanno i suoi dati e per quali data center transiteranno. Dunque non è in quell’ambito che ITnet intende fornire il suo valore aggiunto. Oggi proporre un servizio informatico vuol dire supportare le aziende italiane passo per passo nell’adozione delle tecnologie e dei servizi disponibili, ma soprattutto significa mettere a disposizione le infrastrutture in modo sicuro, monitorando e gestendo l’infrastruttura con SLA certi sull’uptime del servizio e con la garanzia di supporto 24×7, e un Service Manager che segue i propri clienti e dialoga con loro. Questo per ITnet significa essere Managed Service Provider: lasciar dormire sonni tranquilli ai Cio.

Che senso ha, invece, essere italiani?
Nonostante negli ultimi anni, a causa delle strategie di espansione internazionale di certi brand, si sia cercato di ridimensionare il concetto di prossimità, a noi sembra, soprattutto per il tessuto delle piccole e medie imprese italiane, che sia ancora una discriminante. Perfino negli Stati Uniti, dove le distanze sono molto maggiori, invitare un’azienda cliente a toccare con mano il sito in cui sono immagazzinati i propri dati ha un valore riconosciuto. ITnet ha sempre creduto all’importanza di aprire le porte dei propri data center, che sono in Italia, ai suoi clienti e di conoscere i tecnici che si occuperanno 24×7 della loro infrastruttura. Questo, per noi, è il senso dell’italianità: parlare la stessa lingua delle imprese, da vicino ma anche a distanza, attraverso il nostro Customer Center quando c’è un aiuto da dare o un problema da risolvere.

Come viene esposto ai clienti questo approccio?
ITnet mette sul tavolo 22 anni di esperienza nella gestione dei servizi IT e di connettività alle aziende. La stessa esperienza ci ha permesso di stringere partnership molto importanti con i più importanti brand internazionali, sia che si tratti di fornitori di soluzioni software che di apparecchiature di connettività. In questo modo, siamo pronti a soddisfare ogni esigenza architetturale del cliente, indipendentemente dalla piattaforma che è abituato a usare. Grazie ai nostri data center, distribuiti tra Milano e Roma, possiamo fornire la capacità computazionale necessaria, scalabile in ogni momento, per tutte le esigenze. Possiamo fornire un Noc 24×7 e, addirittura, un servizio di ospitalità fisica in caso di disaster recovery. Oggi ITnet vende soprattutto qualità di servizio garantendo uno SLA chiaro e reale.

Alla luce degli investimenti stranieri, che futuro vede per i data center del nostro paese?
Sta per essere inaugurato il miglior data center europeo grazie a Supernap, un brand internazionale che rientra all’interno del nostro gruppo. ITnet potrà solo godere di questa “fratellanza” proponendo ai suoi clienti una struttura assolutamente all’avanguardia in Europa. Ma non solo, ITnet è socio fondatore del MiX (Milan Internet eXchange), che è presente, con Supernap, nel consorzio Open Hub Med, il polo tecnologico siciliano in costruzione che permetterà di offrire servizi di alto livello anche al centro-sud. Credo, in definitiva, che gli investimenti stranieri e quelli italiani nel nostro paese perseguano un unico fine: fornire alle imprese italiane gli strumenti necessari per competere nel mercato globale.